Riabilitazione > Neuromotoria > Metodo Vojta

È la prima impostazione di un trattamento abilitativo preventivo basato su una diagnosi precoce.Questo metodo non è detto che deve essere applicato solo ai bambini a rischio e che sia l'unico metodo valido nei bambini molto piccoli.Il metodo parte dal presupposto che nelle lesioni infantili del sistema nervoso centrale e periferico e nei disordini neuropsicomotori non si realizza l'integrazione tra alcune funzioni e cioè la componente posturale che consiste nell'attività automatica riflessa di tutto il corpo; ossia l'attività di orientamento del corpo nello spazio, sia in riposo che in movimento; la componente di raddrizzamento nello spazio; la componente fasica significa coordinazione motoria che porta ad una traslazione con una sua direzione ed una sua velocità. Il movimento possiede queste tre caratteristiche.La carenza prolungata di adeguate stimolazione sensitivo-sensoriali, dovuta ad un danno cerebrale anche minimo finisce per incidere negativamente sulla organizzazione delle attività encefaliche.Il trattamento ha lo scopo di indurre la coordinazione automatica riflessa del comportamento motorio attraverso la stimolazione di aree somatiche chiamate zone grilletto o reflesso gene che sono quattro zone principali e cinque ausiliare corrispondenti a determinati livelli spinali.Le stimolazioni nelle zone grilletto hanno lo scopo come di provocare risposte motorie complesse, che contengono i requisiti fondamentali del movimento e siano pertanto caratterizzate da una determinata modalità posturale, da definiti meccanismi di raddrizzamento e da una specifica motilità fasica.Con la stimolazione dei punti grilletto, il metodo Vojta dà particolare rilievo alla elicitazione di due schemi riflessi fondamentali, quello di rotolamento e quello dello strisciamento, ritenuti i modelli di ogni successivo movimento coordinato.La stimolazione di tali schemi, ripetuta più volte nella giornata anche con la collaborazione della famiglia può trasformare la risposta automatica in movimento attivo.Ogni zona stimolata determinerebbe la messa in corrispondenza del metamero di riferimento; la stimolazione contemporanea di più zone reflessogene, soprattutto nei casi patologicamente conclamati, attiverebbe la sommazione spaziale e temporale degli impulsi, che attraverso il midollo perverrebbero alle strutture superiori fino alla corteccia cerebrale.
Il trattamento riabilitativo Vojta è basato su una diagnosi precoce. Il trattamento è addirittura preventivo in neonati a rischio per anamnesi famigliare o della gravidanza o della nascita. I suoi principi trovano tuttavia valida applicazione anche in bambini piu' grandi e negli adulti.
Le principali premesse del suo metodo sono :
il concetto che la patologia conclamata è spesso il risultato di una serie di effetti secondari derivati da un danno primario. Infatti :
a) lo sviluppo armonico di un componente del sistema nervoso è strettamente correlato a quello dei componenti con cui è collegato;
b) la mancanza o l'inadeguatezza di stimoli sensoriali-sensitivi incidono negativamente sullo sviluppo e sull'attività di funzioni alterando nel tempo le strutture cerebrali;
l'importanza attribuita all'osservazione delle reattività del neonato posto in precise condizioni posturali diverse.La reattività diventa parametro di normalità o di quadro patologico.
La scoperta dell'esistenza nel neonato di potenziali e primitivi complessi di locomozione, questi risultano coordinati nel quadro di una normale evoluzione ma  disarmonici nei quadri patologici;
Sulla base dei principi della sua teoria Vojta ha proposto :
una classificazione degli stadi di sviluppo del sistema nervoso che pone alla base della sua valutazione diagnostica precoce; una tecnica di riabilitazione motoria che utilizza l'attivazione di diversi schemi di coordinazione locomotoria. Mediante il modello della locomozione riflessa viene attivata la differenziazione funzionale dei muscoli,il meccanismo del raddrizzamento e dell'equilibrio.

 

pic